Sul Cammino di San Benedetto – parte II –

Sul Cammino di San Benedetto – parte II –

Proseguiamo il nostro cammino con San Benedetto e ci spostiamo dalla sua città natale alla sua città di adozione: Subiaco. Come detto nella prima parte di questo racconto, San Benedetto visse a Subiaco per circa trent’anni. Qui, dopo tre anni vissuti da eremita in una grotta, diventò una guida spirituale per altri monaci creando diverse comunità e monasteri.

San Benedetto e il monastero del sacro speco

San Benedetto trascorse la sua vita da eremita fino all’anno 500. Oggi quella grotta si trova all’interno dell’attuale struttura del monastero. L’architettura è composta da due chiese sovrapposte e diverse cappelle incastonate nella roccia. Dopo aver affrontato a piedi la salita del monte Taleo, in parte attraverso un bellissimo bosco di lecci, lo spettacolo della struttura che ci si trova davanti è meraviglioso. L’edificio è in armonia con l’ambiente e la vista sulla valle scavata dell’Aniene è davvero suggestiva.

Entrando nel monastero, ci si trova immersi da subito in un susseguirsi di ambienti e di piccole cappelle ricchi di affreschi. Impossibile non meravigliarsi! Alcune immagini delle meraviglie che potete vedere all’interno del santuario sono disponibili sul loro sito.

La cornice naturale in cui il santuario è immerso non è da meno. Siamo infatti all’interno del Parco Regionale dei Monti Simbruini e da qui passano numerosi sentieri naturalistici.

 

Il laghetto di San Benedetto

Subiaco, la città dove si stabilì San Benedetto, è un piccolo comune nella Provincia di Roma, molto conosciuto anche grazie alla presenza nel suo territorio del Monte Livata, la montagna più vicina alla capitale per la pratica degli sport invernali. Oggi il territorio comunale fa parte del Parco Regionale dei Monti Simbruini, zona subappenninica di indubbia bellezza! E in questo contesto troviamo anche un luogo molto suggestivo, di origine artificiale e, pare, risalente al tempo di Nerone: il laghetto di San Benedetto. L’imperatore romano nei pressi della riva del fiume Aniene costruì una maestosa villa e, per regolare il flusso d’acqua, creò degli sbarramenti. Il risultato lo possiamo ammirare ancora oggi nella cascatella e il laghetto che si sono originati.

Dopo esserci soffermati in questo luogo suggestivo, proseguiamo il cammino di San Benedetto. Partiti da Norcia ci dirigiamo verso la tappa finale, Montecassino.

Abbazia di Montecassino

Dopo un ennesimo tentativo di avvelenamento, intorno al 529, San Benedetto con i suoi monaci abbandonò Subiaco. Si stabilì così ancora più a sud, sull’altura di Montecassino, nella provincia attuale di Frosinone. Qui fondò un nuovo monastero sopra i resti antichi di una torre e del tempio pagano dedicato ad Apollo. Visse in questo luogo per quasi 20 anni, fino al 547. La sorella Scolastica, che lo seguì anche fino a Montecassino, fondò a pochi chilometri di distanza il monastero di Piumarola e si spense solo 40 giorni prima del fratello.

L’abbazia di Montecassino ha subito nel corso dei secoli numerose distruzioni e ricostruzioni a causa di saccheggi, terremoti e guerre. La prima volta nel 580 in seguito all’invasione dei Longobardi. Ricostruita 140 anni dopo, fu la volta dei Saraceni nell’883. I Saraceni, termine con cui si identificano popolazioni provenienti dalla penisola araba, in quel periodo imperversavano nella penisola italiana con le loro scorrerie e saccheggi.

Ricostruita nel 949, l’abbazia di Montecassino fu un importante centro culturale per tutto il medioevo. In questo periodo l’abbazia  fu abbellita con marmi, pitture e decorazioni in mosaico.

Intorno alla metà del 1300 ci pensò un terremoto a distruggerla. Ricostruita dopo poco tempo (1366), nel corso degli anni a venire e fino al 1944, continuarono le opere di rimaneggiamento e abbellimento dell’edificio secondo gli stili delle diverse epoche.

Il 15 febbraio del 1944, le forze alleate bombardarono pesantemente l’abbazia perché si riteneva, erroneamente, che fossero presenti all’interno soldati tedeschi. In realtà, morirono numerosi civili che qui si erano rifugiati per scappare dai bombardamenti. La ricostruzione fedele dell’abbazia avvenne subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.

L’abbazia di Montecassino oggi

Nonostante la recente ricostruzione, l’abbazia di Montecassino resta un luogo suggestivo e capace di trasmettere un senso di pace e bellezza. L’imponenza della struttura, i suoi tre chiostri principali e la lunga storia che le guide del sito sapranno raccontarvi, meritano senz’altro una visita.

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