Lago della Duchessa – Non sono un fotografo d’avventura, ma..

Lago della Duchessa – Non sono un fotografo d’avventura, ma..

Si parte con questa nuova serie e con il Lago della Duchessa. Con questo articolo vi propongo un racconto fotografico un po’ particolare. Infatti, come si può intuire dal titolo, vi racconterò qualche retroscena legato alle fotografie presenti su questo sito, inaugurando così una serie di racconti dedicati. In particolare, l’idea di questi articoli deriva da un fatto avvenuto di recente.

Ma andiamo con ordine! La mia avventura fotografica è iniziata con gli scatti in natura durante le mie tranquille passeggiate. Il massimo dell’avventura, all’inizio fu quando, quasi sdraiata a terra sul bordo della Pontina, cercavo di fotografare il bruco di una farfalla in mezzo all’erba! Poi pian piano, appassionandomi, ho iniziato a cercare paesaggi e panorami mozzafiato, inquadrature e punti di vista diversi. E così eccomi lì, una volta sul bordo di un dirupo, una volta in riva al mare a sfidare onde grosse e vento forte. La verità è che queste situazioni legate al mare sono “capitate” spesso. Ero felice, sicuramente era una cosa solo mia, non c’era nessun’altro con me e quell’intimità con il mare mi faceva sentire bene, nonostante il freddo. Da allora di strada ne ho percorsa tanta e le avventure non sono mancate, sebbene io tutto possa definirmi tranne che un fotografo d’avventura!

Oggi vi racconterò di quella volta al confine tra Lazio e Abruzzo…

Riserva Naturale Montagne della Duchessa

La storia di oggi è ambientata al Lago della Duchessa. Agosto, caldo torrido, a Roma era prevista una cappa di calore incredibile. Cosa fare nel fine settimana? Beh, si potrebbe andare al mare oppure in montagna, al fresco. C’era un luogo che volevo visitare da tanto tempo, perché non andarci? Il Lago della Duchessa si trova al confine con l’Abruzzo, ad una quota di 1788 m s.l.m. all’interno della Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa. A quella quota dovremmo stare freschi. Buona idea, andiamo!

Troviamo il percorso suggestivo che si inerpica nel bosco, attraverso la Val di Fua, e che ci porterà sull’altopiano dove dovremmo trovare questo lago di origine glaciale. Luogo bellissimo e salita impegnativa, in effetti soprattutto afosa. Anche qui il caldo si fa sentire, ma speriamo che salendo vada meglio. Arriviamo sul primo altopiano, neanche metà percorso e i 3 litri d’acqua in due già quasi finiti….

Caldo torrido pure lì e fuori dal bosco la situazione forse era anche peggio. Continuiamo a camminare verso la nostra meta e finalmente la raggiungiamo! Un prato arso ad accoglierci e il lago quasi dimezzato, con il fondale emergente e il terreno spaccato per la siccità e il caldo. Alcuni animali cercavano di dissetarsi e forse anche un po’ di refrigerio sulle rive del lago della Duchessa.

Ci fermiamo a mangiare vicino al lago, eravamo piuttosto esausti. Decidiamo che forse per il ritorno sarebbe stato meglio proseguire oltre il lago e completare il percorso ad anello, con la seconda parte leggermente più lunga ma meno ripida, invece di ripercorrere lo stesso percorso fatto all’andata in cui c’erano alcuni tratti di via ferrata. Va bene dai, abbiamo le gambe stanche e soprattutto il caldo ci ha sfiancato. Allunghiamo un po’, ma su una discesa più dolce.

Lago della Duchessa…Come andrà a finire?

Un pastore ci conferma che la direzione presa era quella giusta, dovevamo attraversare il valico del Malopasso, e già il nome avrebbe dovuto insospettirci (e aggiungerei che secondo me andrebbe letto così “malopasso???”), aperto nella stagione estiva, ma chiuso spesso in quella invernale. Da lì ci saremmo trovati nella val di Teve, attraversata la quale avremmo raggiunto la nostra auto. Ci avviamo…. Seguono le foto della discesa più dolce….

Finalmente dopo aver superato il difficile passo, attraversato a piedi l’intera vallata che avete visto nelle immagini sopra, e dopo esserci divisi le ultime gocce d’acqua (letteralmente) contenute nelle nostre bottiglie, arriviamo al punto di partenza, dove un meraviglioso fontanile da cui sgorgava acqua fresca, ci stava aspettando!

Una vera avventura, in un luogo bellissimo ma in una giornata torrida (c’erano oltre 30 gradi persino lassù!). Ringrazio il mio compagno di viaggio per la tenacia e la resistenza. Nonostante questa esperienza, resta un luogo assolutamente da vedere, magari in un’altra stagione e con altre condizioni meteo.

Occorrono una certa preparazione e allenamento per questa escursione. In totale, il giro completo è di 16 km circa, il primo tratto per la Val di Fua e il Vallone Cieco è impegnativo, in alcuni tratti la via è ripida e il percorso accompagnato da catene. La discesa dall’altra parte è altrettanto impegnativa, soprattutto il valico di Malopasso, ripido e sdrucciodevole.

The end

Bene, termina qui questo primo racconto di un non fotografo d’avventura! Spero di non avervi annoiato con questi retroscena. La serie proseguirà con altre avventure, tra cui quelle in Florida, alle Azzorre, nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, l’ultimissima sul Monte Cimone (Appennino Tosco-Emiliano), ma anche quelle vissute in solitaria! Per il momento vi saluto e vi dò il mio arrivederci al prossimo racconto fotografico, sabato prossimo!

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A presto!

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